Uso di statine e recidiva di tromboembolismo venoso


I dati relativi all’effetto delle statine sulla recidiva di tromboembolismo venoso ( VTE ) sono in conflitto. Si è determinato se l'uso di statine sia associato ad un ridotto rischio di tromboembolismo venoso ricorrente nell’ambito di una popolazione a livello nazionale.

Utilizzando il Danish National Patient Registry, sono stati identificati gli episodi di tromboembolismo venoso verificatisi per la prima volta e ricorrenti nel periodo 2004-2012 ( n=27.862 ).

È stato identificato l'uso di statine al basale e nel corso del tempo durante il follow-up e sono stati calcolati gli hazard ratio ( HR ) per la recidiva di tromboembolismo venoso.

In uno studio caso-controllo nidificato complementare, è stato determinato l'uso di statine al momento della recidiva di tromboembolismo venoso e sono stati calcolati gli odds ratio ( OR ) come stime non distorte dei rapporti dei tassi di incidenza ( IRR ).
I valori sono stati aggiustati per età, sesso, anno di diagnosi, fattori stimolanti, comorbilità e farmaci concomitanti, compreso l'uso variabile nel tempo di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) e farmaci anticoagulanti.

L’hazard ratio ( HR ) aggiustato di confronto tra uso attuale e nessun uso era pari a 0.72 per la recidiva di tromboembolismo venoso, con un forte effetto delle statine ad alta potenza ( 0.40 ) rispetto alle statine a bassa potenza ( 0.77 ).

Coerentemente, il tasso di recidiva si è ridotto sia nell'analisi in base alle variazioni nel tempo ( HR=0.64 ) sia nell'analisi caso-controllo nidificata ( IRR=0.55 ).

L'effetto è risultato maggiore per la recidiva di trombosi venosa profonda.

In conclusione, l'uso di statine era associato a una ridotta recidiva di tromboembolismo venoso. ( Xagena2014 )

Schmidt M et al, J Thromb Haemost 2014; Epub ahead of print

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